È ragionevole chiedere a Renzi e Berlusconi
di rendere pubblico il Patto del Nazareno. Poiché viene evocato
costantemente quasi come una fonte normativa, le colonne d’Ercole oltre
le quali il Parlamento non può andare, si capisce che qualcuno ne
pretenda un testo olografo.
È ragionevole ma ingenuo. Perché
il Patto del Nazareno non contiene nient’altro che il patto medesimo,
politico e personale, tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi.
I contenuti
sono solo una variabile, e infatti cambiano in continuazione, ogni volta
che i due contraenti, o loro delegati, vogliano. All’inizio l’Italicum
era senza ballottaggio e con soglie rigidissime, poi entrò il
ballottaggio, ora stanno per cambiare le soglie, possono rientrare le
preferenze fino a ieri vietate, e neanche il Mattarellum può dirsi
escluso. La condizione, più volte esplicitata da Renzi, è sempre e solo
una: che i due contraenti siano d’accordo.
Dunque il Patto consiste in una
promessa di mutuo sostegno tra i due leader: pensate che possano aver
messo per iscritto, nero su bianco, «prometto di esserti fedele, nella
gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, finché elezione non
ci separi»? Più che un patto è una Entente Cordiale : Matteo garantisce a
Silvio di conservare agibilità politica e controllo del centrodestra;
Silvio garantisce a Matteo lo strumento per disciplinare la maggioranza
ogni volta che si agita. Le minoranze di ogni colore ne sono
annichilite. Sulla riforma del Senato ha funzionato. Non è escluso che
funzioni anche su altro.
Il Patto del Nazareno è - finora
- il vero capolavoro politico di Matteo Renzi. È grazie a quell’accordo
che riuscì a buttare giù il governo Letta, presentandosi legittimamente
al Quirinale come colui che poteva ciò che al predecessore era negato. E
finché l’accordo regge, il suo governo può navigare in un Parlamento a
maggioranze variabili, che si formano e si sformano senza mai intaccare
l’asse vero su cui si regge la legislatura.
Può certo apparire paradossale che
Renzi, il quale si era fatto strada proprio criticando le larghe
intese, possa oggi governare grazie a una larga intesa d’acciaio. Ma è
un paradosso felice. Innanzitutto perché da troppi anni il bipolarismo
di guerra impediva le riforme, e poi perché era l’unico modo di salvare
una legislatura che sembrava nata morta.
C’è chi dice che il Patto del
Nazareno contenga un accordo sul Quirinale. Ma se le cose stanno come le
abbiamo descritte è ovvio che lo contenga. La nuova maggioranza
istituzionale, composta da Renzi e Berlusconi, è ora abilitata a
eleggere il nuovo capo dello Stato. Ed è altrettanto ovvio che, se così
sarà, si tratterà di persona non sgradita all’ex Cavaliere: per lui una
ricompensa che vale ogni sacrificio.
È dunque inutile cercare nel
Patto clausole inconfessabili sulla sorte giudiziaria di Berlusconi, che
Renzi non potrebbe e non vorrebbe siglare. Se poi ci fossero, di sicuro
non sarebbero scritte. I contenuti del Patto sono inconfessabili solo
perché sono sotto gli occhi di tutti. Come la lettera rubata di Edgar
Allan Poe.
5 agosto 2014 | 07:36
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