mercoledì 10 settembre 2014

Macaluso: Sia il quotidiano di riferimento per il Pd e per i riformisti



31 luglio 2014
Negli ultimi anni, negli ultimi mesi e negli ultimi giorni ho seguito con rabbia e amarezza la vicenda dell'Unità. Il mio, forse, è uno sfogo, ma la contraddizione che ha caratterizzato in questi anni l'Unità è il fatto che nella testata è rimasto il ricordo che il giornale è stato fondato da Antonio Gramsci, anche quando la proprietà è stata privatizzata. Si dirà che era il solo modo, dopo la chiusura, per far tornare l'Unità nelle edicole. Non conosco bene le cose, non so perché il gruppo dirigente dei Ds decise di chiudere il giornale, anziché adeguarlo ai tempi che cambiavano. Ma dal momento in cui imprenditori privati si impadronivano della testata le cose cambiavano e in effetti oggi si è conclusa quella fase: fra i proprietari dell'Unità c'è una ex parlamentare di Berlusconi e la signora Santanchè ha tentato di lanciare un'opa sulla testata in cui spicca ancora il nome Gramsci.

Ora siamo al dunque. Occorrerebbe aprire un dibattito sulle ragioni per cui il quotidiano ha perduto tanti lettori. Non si tratta solo di una perdita fisiologica che riguarda tutta la carta stampata. C'è di più e dell'altro. Questa è la questione principale. Non è l'occasione per discuterne, ma è un tema, che a me sembra centrale, e andrebbe subito affrontato. Altrimenti non si va da nessuna parte. Infatti, riguarda la sua identità. L'Unità nella pubblica opinione è considerato un quotidiano del Pd, ma questo partito non lo sa, o meglio non vuole saperlo. Il problema non è solo finanziario, ma politico ed editoriale. Oggi non basta dire che un giornale è di sinistra per avere una identità. Anche il Fatto Quotidiano dice di essere di sinistra perché ospita persone che hanno una storia nella sinistra, ma è guidato ed egemonizzato da un giornalista, Marco Travaglio, che ha una storia, anche rispettabile, nella destra. E tale era anche negli anni in cui, con la proprietà privata, era all'Unità. Tuttavia, quel giornale, giustizialista, convoglia tutto ciò che è «contro», senza preoccupazione sulla tenuta del sistema. Raccoglie ciò che una certa sinistra e una certa destra, come è il grillismo, esprimono, manifestando un'opposizione radicale, vociante, anche bugiarda e senza prospettiva. Tuttavia, in questa area, quel giornale ha oggi una sua identità. A sinistra c'è anche Vendola e il suo piccolo partito. Ci sono altri gruppi e gruppetti.

Come è noto io non ho aderito al Pd e ho una storia nella sinistra. E ad essa, forse sbagliando, penso di restare legato. Ma un giornale deve avere un riferimento chiaro e netto, come l'aveva l'Unità del Pci, l'Avanti! del Psi (dal 1896). Oggi a mio avviso, l'Unità può avere ruolo se è il giornale del Pd e al tempo stesso abbia la capacità di dare voce a tutte le aree della sinistra riformista, socialista, laica e cattolica. Ma con un riferimento chiaro, impegnato in una lotta politica quotidiana, con grinta e argomenti. A questo punto, a mio avviso, la domanda è: il Pd vuole un quotidiano di riferimento o no? Se sì, s'impegni. Un'ultima considerazione rivolta ai miei colleghi che lavorano all'Unità. Nei vostri comunicati e nella vostra lotta per salvare il giornale avete dato l'impressione che sia possibile continuare con l'Unità così com'è. Togliatti, quando rifondò il Pci disse che l'Unità doveva essere il Corriere della Sera, della classe operaia, dei lavoratori. Quella storia, nel bene e nel male, è finita. Oggi c'è il web e la carta stampata cambia continuamente per esistere in correlazione con il quotidiano online.

L'Unità non è più il giornale che diffondeva centinaia di migliaia di copie. E, a mio avviso non può più avere la struttura che ha conservato. Può assolvere un grande ruolo come quotidiano di lotta politica e culturale con una struttura adeguata a questo compito. Ma questo è compito vostro. Quel che oggi conta è l'impegno per salvare il giornale. E, a mio avviso, ripeto, la parola è al Pd e al suo segretario.

P.S. Mentre scrivo Giorgio Frasca Polara mi comunica che è morto Fausto Ibba. Lo ricordo con affetto. Una colonna della vecchia Unità: scrittura lenta ma forte, colta e graffiante.

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