nel triangolo della morte metalli pesanti nei capelli e nel latte materno. Principale indiziato il pesce
. . . . . Questa volta sono le associazioni AugustAmbiente e Decontaminazione Sicilia a snocciolare i numeri: nei capelli e nel latte materno degli abitanti del triangolo industriale, che ospita raffinerie, centrali elettriche, inceneritori e un impianto di gassificazione del tar, le quantità di metalli pesanti sono allarmanti.
Giacinto Franco, vicepresidente di AugustAmbiente, e
Luigi Solarino, presidente di Decontaminazione Sicilia, hanno
commissionato uno studio i cui risultati sono stati girati al ministro
dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, al governatore siciliano, Raffaele Lombardo, agli assessori regionali all’Ambiente e alla Sanità, al presidente della provincia di Siracusa e ai sindaci dei comuni di Siracusa, Augusta, Priolo, Melilli, Floridia e Solarino.
Lo studio non è molto corposo perché, a causa delle ristrettezze
economiche (le due associazioni hanno pagato di tasca loro i costosi
esami) sono stati analizzate solo 23 persone: 10 ad Augusta, 5 a Priolo e
8 a Melilli. I risultati, però, sono gli stessi in tutti i soggetti e
ricalcano precedenti studi svolti negli anni scorsi.Mercurio, piombo, alluminio, stronzio, antimonio, argento, cromo, rame, fosforo, magnesio, zinco e ferro: tutte queste sostanze, la maggior parte delle quali rientra nella categoria dei metalli pesanti, sono state trovate in abbondanza in tutti i campioni analizzati. Il mercurio, in particolare, fa paura: i ricercatori hanno trovato valori medi compresi tra 0,14 e 0,16 mg/100g nei capelli degli augustani rispetto a un valore normale pari a 0,01 mg/100g.
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Il dramma di PRIOLO: ex stabilimento certificato ISO 14001
Data: Sabato, 07 maggio @ 16:55:00 CEST
Argomento: varie dal mondo
Il dramma di Priolo, il petrolchimico sotto accusa per i bambini malformati
Uno stabilimento che qualcuno aveva certificato ISO 14001, poi ritirato
Tutto è iniziato il 10 settembre del 2001, alcuni abitanti di Priolo presentano un esposto denunciando la presenza di una grossa macchia rossa nel mare di fronte allo stabilimento dell'Enichem.
Gli investigatori scoprono che da tempo in quella zona mercurio e altri inquinanti vengono scaricati direttamente in mare.
Per 18 dirigenti dell'Enichem partono le denunce e con le denunce anche le indagini per quantificare gli effetti di quell'avvelenamento sull'ambiente e sulla salute dei cittadini.
I primi risultati delle indagini condotte tra Priolo e Augusta non sono rassicuranti e fanno temere un nuovo disastro ambientale: 1.000 neonati con gravi handicap fisici e mentali tra il 1991 e il 2001 per una media di quattro volte superiore a quella nazionale; numerosissime gravidanze interrotte; tumori ai polmoni del 20% in più rispetto alle altre città siciliane; pesce contaminato con una percentuale di mercurio superiore del 500% al limite ritenuto non pericoloso dalla legislazione vigente e con un'altrettanto elevata presenza di nichel, piombo e arsenico.
Nel 2003 sono una cinquantina gli indagati nelle diverse inchieste avviate dalla Procura della Repubblica di Siracusa sull’inquinamento che sembrerebbe attribuibile alle attività industriali del petrolchimico di Priolo. Sotto indagine le malformazioni neonatali, gli aborti spontanei o procurati, i casi di tumore e le malattie professionali denunciate dai lavoratori del Petrolchimico. La media accertata nei comuni dell’area industriale è di gran lunga superiore rispetto alla soglia massima indicata dall’Organizzazione mondiale della sanità: circa il 5-6 per mille invece del 2 per mille. Tra gli studi ordinati dalla magistratura, è stata condotta una ricerca su 600 coppie di genitori che hanno generato figli negli ultimi dieci anni.
I risultati della ricerca : Priolo come Minamata, mercurio mortale Nicola Pirrone* - Lucia Linsalata** (* Sezione di Rende del CNR-IIA - ** Collaboratrice Esterna della Sezione di Rende del CNR-IIA)
Sono nati 1.000 bimbi con gravi handicap fisici e mentali tra il 1991 e il 2001 per una media di quattro volte superiore a quella nazionale; numerosissime gravidanze interrotte; tumori ai polmoni del 20% in più rispetto alle altre città siciliane; pesce contaminato con una percentuale di mercurio superiore del 500% al limite ritenuto non pericoloso dalla legislazione vigente e con un'altrettanto elevata presenza di nichel, piombo e arsenico
Centinaia di bambini con gravi handicap mentali e terribili malformazioni al cuore e all'apparato genitale, famiglie stroncate dai tumori, madri che rifiutano i test sul latte materno e sui capelli per paura di sapere la verità che si nasconde dietro le malformazioni dei loro figli.
Non è un film dell'orrore, ma l'orrenda verità. È quello che sta accadendo in Sicilia nel triangolo industriale Priolo-Agusta-Melilli, una striscia di terra avvelenata che ospita nel raggio di pochi chilometri ben 5 raffinerie: Esso, Agip (ex Montedison - Praoil), EniChem, Isab (gruppo Erg) e Condea (ex EniChem Augusta Spa).
Principale responsabile di questa tragedia: il mercurio, presente nei mari che bagnano quelle terre in una percentuale che, secondo le indagini della procura di Siracusa, è 20.000 volte superiore alla soglia ritenuta tollerabile.
La storia evidentemente non ha già insegnato quanto devastanti possano essere per la salute dell'uomo e dell'ambiente gli effetti dell'intossicazione da mercurio e episodi come quello del disastro di Minamata in Giappone ci hanno già rivelato l'orrore di quegli effetti. Fra il 1956 e il 1971 una fabbrica di acetaldeide (prodotto chimico nella cui lavorazione si utilizza il mercurio come catalizzatore) inquinò con i propri scarichi il fiume che sbocca nella baia di Minamanta.
Migliaia di persone, che mangiavano quotidianamente il pesce proveniente dalla baia, persero la vita o soffrirono le malformazioni e i disturbi provocati dall'avvelenamento da mercurio. Questo metallo, infatti, nonostante sia utilizzato comunemente in molti prodotti di largo consumo (es: termometri, amalgami dentali, vaccini, batterie, lampade fluorescenti, pesticidi, ecc.) e in diversi processi industriali (es: impianti di clor-alcali, industri della carta, ecc.), è in realtà uno degli inquinanti più tossici e insidiosi per la salute dell'uomo e dell'ambiente.
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Dai Comitati Cittadini Siciliani denuncia al ministero della
Postato il Mercoledì, 10 gennaio @ 08:23:16 CET di adminlr
Denuncia al Ministero della Salute e alla Procura della Repubblica
Dal Coordinamento Regionale dei Comitati Cittadini Siciliani parte una denuncia al ministero della salute e alla procura della repubblica a difesa della salute dei cittadini e contro le manovre che vogliono favorire le autorizzazzioni in modo non trasparente
Al Ministero della Sanità
Alla Procura della Repubblica di Siracusa
Agli Organi di Stampa
Ai Comitati Cittadini Siciliani
Come tutti i Comitati Cittadini Siciliani avevano ampiamente previsto, avvicinandosi la scadenza della "moratoria" (in effetti mai iniziata) sui lavori degli inceneritori, per cui si sarebbe dovuto procedere a Palermo o Roma con l’AIA, il Governatore Totò Cuffaro ha presentato il conto.
Apprendiamo da fonte certa che il Direttore del Dipartimento Territorio e Ambiente ha comunicato al Dott. Gioacchino Genchi, responsabile del Servizio 3 Tutela dall’Inquinamento Atmosferico delle Emissioni, che dovrà a breve spostarsi ad altro incarico solo per alcuni mesi, spostamento peraltro non giustificato da alcuna motivazione.
Questo conferma che lo scopo è quello di avere campo libero per il tempo necessario a fare ogni tipo di operazione, alias autorizzazione.
Questo scaturisce dalle altissime pressioni determinate dal fatto che i funzionari di detto Ufficio, ligi alle normative oltre che al buon senso, hanno toccato degli evidenti interessi che vanno a intaccare alcuni "santuari" finora inviolati e pertanto il Governatore Cuffaro & C. hanno ritenuto necessario disarticolare la struttura eliminandone temporaneamente il responsabile.
Basta pensare che oltre ai 4 inceneritori, che già sarebbero stati motivi più che sufficienti, l’Ufficio era intervenuto sulla Italcementi, cementificio di Isola delle Femmine (divieto d’uso del pet-coke ricchissimo di metalli pesanti e di IPA emessi come pericolosissimo nanoparticolato, responsabile in specie di tumori all’apparato respiratorio), sulle Autorità portuali (necessità delle autorizzazioni, mai previste prima, per la movimentazione nei porti del materiale polverulento, tipo pet-coke, cemento, ecc.), sulla piattaforma polifunzionale Oikothen di Augusta destinata a bruciare rifiuti industriali (divieto temporaneo dell’inceneritore e concessione solo di trattamenti meccanico-biologici), sulla DB Group di Adrano (divieto di smaltimento mascherato di rifiuti, ossia incenerendoli dopo averli impastati con argilla per farne mattoni e tegole), Bonifica S.p.A. con sede a Palermo e stabilimento nel porticciolo dell’Acqua Santa di Palermo, in atto sotto sequestro per violazione dell’autorizzazione al trattamento di rifiuti industriali e morchie di petroliere, e poi ancora le Distillerie Bertolino e Trapas, ecc.Nell’immediato l’Ufficio si accingeva ad intervenire sui petrolchimici (la truffa legalizzata della bolla di emissioni atmosferiche di raffineria, lo smaltimento mascherato di rifiuti tramite le torce, la mancanza di sistemi di recupero vapori nelle operazioni di carico e scarico delle navi), sulle centrali termoelettriche (riduzione dei limiti delle concentrazioni emissive) e sulla miriade di mini inceneritori che si vorrebbero costruire riconvertendo gli impianti di compostaggio in impianti di combustione di "biomasse" per sfruttare i vantaggi economici dei Cip6 (certificati verdi).
Al Coordinamento Regionale dei Comitati Cittadini sembra necessario, a questo punto, attivare ogni tipo di sbarramento contro questa pericolosa manovra, cominciando a darne la più ampia divulgazione. Pertanto questo Coordinamento comunica sin d’ora che, considerato che questa operazione di smantellamento dell’Ufficio equivarrà a consentire la realizzazione di impianti sicuramente nocivi e dannosi per la Salute dei Siciliani e dell’Ambiente, presenterà un esposto per danno temuto presso le varie Procure della Repubblica competenti ed uno alla Corte dei Conti per le erogazioni indiscriminate dei Cip6 impropriamente destinati ad impianti nocivi piuttosto che alla produzione di energie alternative pulite.
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