I neozelandesi, secondi classificati, sono 250 mila dollari indietro. L'Organizzazione parigina boccia l'austerity: ha eroso la fiducia dei cittadini verso i governi, in Italia è al 28%. Nel Belpaese i tempi della giustizia più lunghi: 600 giorni per un processo contro i 100 austriaci
MILANO - I senior manager
della pubblica amministrazione centrale italiana sono i più pagati
dell'area Ocse, con uno stipendio medio di 650 mila dollari (circa 482
mila euro al cambio attuale), oltre 250 mila in più dei secondi
classificati (i neozelandesi con 397 mila dollari) e quasi il triplo
della media Ocse (232 mila dollari). Lo rileva l'organizzazione
parigina,
con dati aggiornati al 2011. In Francia, un dirigente dello
stesso livello guadagna in media 260 mila dollari all'anno, in Germania
231 mila e in Gran Bretagna 348 mila. Negli Stati Uniti, la retribuzione
media è di 275 mila dollari.Austerity e fiducia. Nel rapporto "Government at a Glance 2013", l'Ocse nota che le misure di austerità adottate da molti Paesi dopo la crisi economica hanno eroso la fiducia dei cittadini nei loro governanti, scesa dal 2007 al 2012 dal 45% al 40%, "rendendo difficile per le autorità nazionali a mobilitare il sostegno per le necessarie riforme". Il giudizio è netto: "Serve un nuovo approccio al governo pubblico, dal momento che i governi sono chiamati a soddisfare le aspettative dei cittadini con mezzi limitati. Un approccio costruito intorno alla creazione di capacità strategica, istituzioni forti, strumenti efficaci e risultati misurabili in modo chiaro". In quanto a fiducia, l'Italia è in fondo alla graduatoria: solo il 28% degli italiani ha espresso fiducia nel governo nazionale, contro l'80% degli svizzeri e il 12% dei greci.
Italia,
Spesa pubblica alta. In Italia la spesa pubblica nel 2011 arrivava quasi al 50% del Pil, contro il 45,4% della media Ocse e il debito pubblico al 120%, oltre 40 punti percentuali in più della media (79%). Nel dettaglio, sono superiori alla media le spese in welfare (41% contro 35,6%) e i servizi pubblici generali (17,3% contro 13,6%); inferiori alla media le spese in educazione (8,5% contro 12,5%) e difesa (3% contro 3,9%).
(14 novembre 2013)
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