Il cavaliere e la favola dei 106 processi : Tra prescrizioni e leggi ad personam Le 12 'imprese' dell'imputato Silvio
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I PROCESSI CHIUSI
Tra prescrizioni e leggi ad personam
Le 12 'imprese' dell'imputato Silvio
Berlusconi si dice un perseguitato e dichiara di essere
stato processato 106 volte. Tutte le volte, dice, è stato assolto, le
prescrizioni invece sono due. Ma il numero dipende da chi parla. Marina
giura che il padre è finito in aula 26 volte. Il suo portavoce, Paolo
Bonaiuti, rilancia: "I processi sono 109". In realtà, il Cavaliere è
stato imputato in sedici casi. Quattro sono ancora in corso: corruzione
in atti giudiziari per l'affare Mills; fondi neri per i diritti tv
Mediaset; appropriazione indebita nell'affare Mediatrade; istigazione
alla corruzione di un paio di senatori per cui però la procura di Roma
ha chiesto l'archiviazione
Il cavaliere e la favola dei 106 processi di GIUSEPPE D'AVANZO
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il processo / 1
P2, Falsa testimonianza
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L'accusa: falsa testimonianza
La
sentenza: condannato per aver giurato il falso davanti al Tribunale di
Verona a proposito della sua iscrizione alla P2. L'amnistia del 1989
però copriva il reato, che è estinto
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IL PROCESSO / 2
Tangenti alla Guardia di Finanza
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L'accusa: tangenti a ufficiali della Guardia
di finanza per ammorbidire i controlli fiscali su quattro delle sue
società.
La sentenza: in primo grado è condannato a 2 anni e 9 mesi
per le quattro le tangenti contestate, senza attenuanti generiche. In
appello, la Corte concede le attenuanti generiche, in questo modo la
prescrizione scatta per tre tangenti. Per una invece viene concessa
l'assoluzione con formula dubitativa del comma 2 dell'art. 530 del
Codice di procedura penale che comprende la vecchia insufficienza di
prove. La Cassazione assolve Berlusconi per non aver commesso il fatto,
seppur richiamando l'insufficienza di prove
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IL PROCESSO / 3
All Iberian 1
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L'accusa: finanziamento illecito estero su estero, tramite il conto All Iberian, a Bettino Craxi.
La
sentenza: la condanna arriva in primo grado e corrisponde a 2 anni e 4
mesi. In appello, scatta la prescrizione. La Cassazione la conferma
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IL PROCESSO / 4
All Iberian 2
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L'accusa: falso in bilancio.
La sentenza:
l'inchiesta giudiziaria si chiude il 26 settembre 2005 con
l'assoluzione di Silvio Berlusconi. La sentenza recita: "Assolto perché
il fatto non costituisce più reato". Il secondo Governo Berlusconi
infatti approva la la riforma del diritto societario che depenalizza il
reato di falso in bilancio
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IL PROCESSO / 5
Medusa cinematografica
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L'accusa: falso in bilancio e frode fiscale
per le operazioni legate all'acquisto della casa cinematografica Medusa
dalla società Finivest (Reteitalia).
La sentenza: in primo grado
viene condannato a un anno e quattro mesi. In appello viene assolto con
formula dubitativa del comma 2 dell'art. 530 del Codice di procedura
penale che comprende la vecchia insufficienza di prove. La Cassazione
conferma tutto
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IL PROCESSO / 6
Terreni di Macherio
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L'accusa: appropriazione indebita, frode
fiscale e falso in bilancio, sostenendo che attraverso l'operazione di
acquisto dei terreni di Macherio, le società del gruppo Fininvest
avrebbero accantonato quasi cinque miliardi da utilizzare per pagamenti
non proprio cristallini, tanto da non poter apparire nei bilanci
ufficiali delle società del gruppo.
La sentenza: in primo grado è
stato assolto dai reati di appropriazione indebita e di frode fiscale,
mentre per le due imputazioni di falso in bilancio contestate è scattata
la prescrizione. Nell'ottobre del '99 viene confermata l'assoluzione
per il reato di frode fiscale e per uno dei due falsi in bilancio. Il
secondo in invece è coperto dall'amnistia
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IL PROCESSO / 7
Processo Lentini
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L'accusa: falso in bilancio. Secondo
l'accusa, l'acquisto del giocatore del Torino, Gianluigi Lentini,
avvenne in parte alla luce del sole e per il resto con un pagamento
fuori bilancio di 10 miliardi delle vecchie lire.
La sentenza: il processo si conclude definitivamente con il proscioglimento di Berlusconi per intervenuta prescrizione del reato
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IL PROCESSO / 8
Bilanci Fininvest 1988-92
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L'accusa: falso in bilancio e appropriazione indebita
La sentenza: archiviazione per prescrizione dei reati di falso in
bilancio e appropriazione indebita nell'acquisto di diritti televisivi
da parte di alcune società off-shore del gruppo Fininvest, a causa delle
attenuanti generiche
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IL PROCESSO / 9
Consolidato Fininvest
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L'accusa: fondi neri. Il gruppo Fininvest si
sarebbe servito tra il 1989 e il 1996 di una "tesoreria occulta", in
grado di movimentare i 750 milioni di euro (1500 miliardi di vecchie
lire) attraverso 60 conti bancari e decine società estere.
La sentenza: i fatti entrano in prescrizione, il governo aveva dimezzato i tempi di prescrizione con una legge ad hoc
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IL PROCESSO / 10
Lodo Mondadori
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L'accusa: corruzione in atti giudiziari.
L'avvocato di Silvio Berlusconi, Cesare Previti, viene accusato di aver
comprato il giudice Metta in modo da ottenere una decisione a suo favore
nel giudizio di impugnazione per nullità del Lodo Mondadori, dal cui
esito dipendeva la proprietà della casa editrice.
La sentenza: in
primo grado viene condannato Cesare Previti. Grazie alla concessione
delle attenuanti generiche il reato è stato dichiarato prescritto dalla
Corte d'Appello di Milano e dalla Corte di Cassazione
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IL PROCESSO / 11
Processo Sme/Ariosto 1
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L'accusa: corruzione dei giudici di Roma
nell'intricata vicenda della vendita del comparto agro-alimentare
dell'Iri alla Cir, la finanziaria di Carlo De Benedetti. La vicenda
giudiziaria risale al 1985, quando una cordata di industriali formata
tra gli altri da Silvio Berlusconi, Michele Ferrero e Pietro Barilla,
scese in campo su sollecitazione dell'allora premier Bettino Craxi per
contrastare la vendita della Sme (il colosso pubblico del settore
alimentare), già firmata dal presidente dell'Iri Romano Prodi, a favore
della Cir di Carlo De Benedetti.
La sentenza: assoluzione con formula piena
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IL PROCESSO / 12
Processo Sme/Ariosto 2
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L'accusa: falso in bilancio nell'ultimo
stralcio di procedimento nato con il caso-Sme. Gli episodi contestati
all'ex premier risalivano alla fine degli anni Ottanta.
La sentenza:
viene assolto perché il fatto non è più previsto dalla legge come reato.
Il secondo Governo Berlusconi infatti approva la la riforma del diritto
societario che depenalizza il reato di falso in bilancio.
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