L'incontro tra l'azienda e i sindacati è andato male. L'azienda non ha intenzione di applicare la sentenza della Corte Costituzionale che stabilisce che anche i sindacati non firmatari debbano partecipare alle trattative. Non ci sarà un altro incontro
MILANO - Il faccia a faccia tra Fiat e Fiom "è andato male. Fiat nei fatti non intende applicare la sentenza della Corte Costituzionale e ha riproposto come condizione il fatto che la Fiom riconosca l'accordo che non ha firmato. L'assurdo è che dovremmo riconoscere l'accordo che ci ha esclusi per poter avere i diritti che sono stati sanciti dalla Corte Costituzionale".Lo ha detto il leader delle tute blu della Cgil, Maurizio Landini, conversando con i giornalisti all'uscita della sede romana della Fiat. "Non abbiamo nessuna intenzione di rinunciare a quello che la Consulta ha dichiarato e cioè che un sindacato rappresentativo ha il diritto di esistere, di essere presente e di poter svolgere la propria attività sindacale dentro ai luoghi di lavoro". "Chiediamo al Governo di far applicare la sentenza della Corte Costituzionale. Di leggi inutili e incostituzionali a favore di Fiat, il Governo ne ha fatte abbastanza, come l'articolo 8 di Sacconi", ha dichiarato il segretario della Fiom. "A settembre abbiamo il diritto di rientrare e metteremo in campo tutto quello che potremo fare perchè venga rispettato, anche le vie legali".
E' urgente che il Governo e la presidenza del Consiglio convochino un tavolo con le parti sociali e la Fiat: "sono a rischio i diritti e le libertà e sono totalmente incerti il futuro e l'occupazione in Italia", ha aggiunto Landini. "Siamo di fronte a un futuro di cassa integrazione". "Di Cassino non si sa il futuro, sugli investimenti non abbiamo certezze, c'è il rischio che gli stabilimenti chiudano perchè non abbiamo mai visto stabilimenti che restano aperti senza produrre auto". Dopo l'incontro di oggi tra il
Lingotto e la Fiom "Fiat non è stata disponibile a fissare nessun nuovo incontro".
(02 agosto 2013)
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