martedì 29 ottobre 2013

Milazzo, class action contro la raffineria

INQUINAMENTO E SALUTE NELLA VALLE DEL MELA

Il comitato «Aria pulita»: non si può vivere normalmente

La raffineria di MilazzoLa raffineria di Milazzo
MILAZZO - «Non si può più continuare a subire, vogliamo poter fare una passeggiata o aprire le finestre delle nostre case senza alcun timore». Lo dice Silvana Giglione, presidente del comitato di cittadini «Aria pulita» presentato recentemente a Milazzo. All’iniziativa hanno subito aderito centinaia di residenti, perché il comitato oltre a battersi per il rispetto dell’ambiente sta portando avanti con i suoi legali una class action in sede civile contro la raffineria e altri siti industriali della Valle del Mela. Secondo i cittadini le emissioni odorigene e inquinanti impediscono loro di vivere una vita normale. «Noi non siamo cittadini - prosegue Giglione - contro il progresso e vogliamo che le industrie continuino ad esistere e non si perda nemmeno un posto di lavoro. Pretendiamo, però, che i dipendenti dei siti industriali e i cittadini vivano in un ambiente salubre. Non siamo visionari, le puzze le sentiamo, le emissioni dei cicli produttivi della raffineria e di altri siti le vediamo. Su questo punto sono chiari i rapporti dell’Arpa che evidenziano la presenza di queste problematiche. Tra l’altro, chiederemo risarcimento anche per i danni morali, esistenziali e patrimoniali del nostro territorio dove c’è un’economia immobile perchè nessuno vuole più investire in un ‘area inquinata. Noi abbiamo chiesto i piani di bonifica e di risanamento e questo non significa chiudere le aziende ma metter le in regola».
L’azione legale è portata avanti dal’avvocato Antonio Giardina che insieme ai legali Dario Amico e Simone Giovannetti sta predisponendo la class action e spiega: «Per la prima volta in Italia non si tratta di un’azione legale promossa per le persone che hanno una patologia conseguenza degli inquinanti atmosferici, ma viene portata avanti anche solo perché c’è la paura di contrarre la malattia, per i danni esistenziali dovuti al fatto che non si può vivere una normale qualità della vita. Periodicamente infatti, le persone sono costrette a rifugiarsi in casa perché investite da queste emissioni odorigene e non riescono a svolgere le azioni della quotidianità. Sono tutti esasperati e stanchi, noi li assisteremo e chiederemo risarcimenti per milioni di euro». Il comitato verrà appoggiato dai Verdi e Green Italia. Soddisfatto per l’iniziativa è Giuseppe Marano vice coordinatore regionale dei Verdi che dice: «Denunciamo da anni i miasmi di gas, mercaptani, emissioni fuggitive incontrollate provenienti dai cicli produttivi delle aziende di Milazzo. Ora è arrivato il momento che qualcuno paghi per avere reso impossibile l’esistenza a migliaia di cittadini».
L’azione interesserà tutta Italia e tutti i 44 siti interessati dalla presenza di industrie di questo tipo. Gli esponenti nazionali di Green Italia Fabio Granata e Francesco Ferrante sottolineano inoltre che «Green Italia e i Verdi, lanceranno l’azione il 9 novembre da Augusta con il coinvolgimento dei cittadini di Siracusa, Melilli Augusta, Priolo, Milazzo, Gela e aree limitrofe». «Non ci faremo intimidire e presto – continuano gli esponenti ecologisti - saranno anche le Procure della Repubblica in Sicilia a sancire pesanti responsabilità della grande industria e delle istituzioni regionali e nazionali su veleni, controlli compiacenti, sistemi di sicurezza non a norma e mancate bonifiche:ne vedremo delle belle». L’azione del comitato dei cittadini è appoggiata anche dal partito comunista dei lavoratori e l'esponente provinciale Giacomo di Leo, sottolinea: «Questa azione non è contro i lavoratori ma a loro favore. Non devono essere licenziati i lavoratori ma devono invece andare via i dirigenti che non si mettono in regola con le normative vigenti per l'inquinamento. E’ giusto portare avanti gli obiettivi del comitato che vuole il controllo delle emissioni inquinanti. Non tutti i quartieri di Milazzo sono stati interessanti da indagini epidemiologiche, vogliamo che l’Ausl faccia il suo dovere e si realizzino le ispezioni previste».

Nessun commento: